Amletismi – 2

Talvolta mi vien da pensare che non voglio vivere a costo di altre vite. Perché mai dovrei accettare la dannata logica mors tua vita mea? (e per tua intendo qualunque: un umano, un bue, una foglia d’insalata, un gatto sotto le ruote della mia auto, un moscerino sul parabrezza…). Io preferirei non starci. Chiamarmi fuori. Oltretutto potrei anche farlo. Ma sarebbe giusto o legittimo farlo? Del resto la legittimità di una domanda sta già tutta nel porla. E comunque a me fa schifo l’idea di vivere dovendo distruggere altre vite. E non mi consolano per nulla quegli ipocriti palliativi che chiamiamo coscienza o responsabilità o consapevolezza o etica o pietà. Si tratta comunque di una strage intollerabile. La vita è bella? Fanculo la vita.

Autore: md

Laureatosi in Filosofia all’Università Statale di Milano con la tesi "Il selvaggio, il tempo, la storia: antropologia e politica nell’opera di Jean-Jacques Rousseau" (relatore prof. Renato Pettoello; correlatore prof. Luciano Parinetto), svolge successivamente attività di divulgazione e alfabetizzazione filosofica, organizzando corsi, seminari, incontri pubblici. Nel 1999, insieme a Francesco Muraro, Nicoletta Poidimani e Luciano Parinetto, per le edizioni Punto Rosso pubblica il saggio "Corpi in divenire". Nel 2005 contribuisce alla nascita dell’Associazione Filosofica Noesis. Partecipa quindi a un progetto di “filosofia con i bambini” presso la scuola elementare Manzoni di Rescalda, esperimento tuttora in corso. E’ bibliotecario della Biblioteca comunale di Rescaldina.

12 pensieri riguardo “Amletismi – 2”

  1. Ma che ti prende? Non si può fare a meno di nutrirsi: vita e morte convivono ogni giorno, ogni istante, siamo solo noi occidentali ad aver reso l’idea della morte un tabù.

  2. @Paola D.: non è l’idea della morte ad essere intollerabile (che per me non è affatto un tabù nonostante il mio inevitabile essere occidentale), ma quella della vita che fagocita altra vita per stare in piedi e perpetuarsi.
    So molto bene che tutto ciò è dialettico, ed è un processo necessario, inscritto nella altrettanto necessaria organizzazione del cosmo: ma, per favore, non fatemi dire che tutto ciò sia anche bello e buono – kalos kagathos, come dicevano i greci.

  3. Caro md, finalmente un intervento in cui posso intervenire a pieno…da un po’ di tempo sto pensando a tutto ciò, ed ahimè è proprio come hai scritto tu…il mondo, la nostra amata terra, tutto ciò che ci circonda è basato su una lotta tra due o più avversari nella quale solo e solamente uno avrà la meglio. Guarda la riproduzione, solo uno spermatozoo vince, gli altri muoiono. Guarda due piante che crescono insieme troppo vicine, una delle due sarà sovrastata e morirà. Guarda gli animali, nei periodi di magra talvolta arrivano addirittura a mangiarsi tra loro. Ed infine, mio carissimo amico, guarda l’uomo…sì, guarda questo uomo che nn uccide il prossimo solamente per sopravvivere, ma talvolta addirittura per vivere meglio o solo pensare di farlo…noi che abbiamo l’intelletto, noi che abbiamo quella grande cosa che chiamiamo “Intelligenza”…la Natura, quella vera, non è bella, il suo unico scopo è quello di preservare un equilibrio in cui se ne muore uno lì, presto morirà quello dell’altra parte; e noi, ancora più disgraziati, non solo accettiamo tutto ciò, ma lo amplifichiamo e lo rendiamo ancora più estremo ed innaturale…a questo punto allora forse hai ragione tu, fanculo la vita…

    spero di essere stato un minimo chiaro, è un concetto che sto ancora elaborando e non lo ho ancora reso sistematico e totalmente spiegabile

  4. @Valerio: hai colto nel segno e ti sei spiegato benissimo;
    resta il fatto che abbiamo a disposizione alcuni strumenti che certo non potranno ribaltare ciò che si mostra come sfera della necessità, ma che, all’interno di essa, potrebbero (si tratta di pura possibilità) determinare un diverso corso per lo meno delle cose e vicende umane.
    Siamo insomma di fronte ad un mondo fatto di sfere nelle quali la determinazione è variabile: il più è necessario (ci piaccia o no) e il meno è in qualche misura determinabile – facciamo in modo che questo meno cresca fino agli estremi delle sue possibilità. Però non è detto che queste possibilità ci portino da qualche altra parte: magari tutto ci riconduce alla medesima sfera della necessità, che sarebbe come fuoriuscire da uno spazio chiuso per entrare in un altro – senza poter mai uscire all’aperto.
    Tuttavia le nostre carte le dobbiamo giocare entro questa sfera strettissima, è tutto quello che ci è dato e che (forse illusoriamente) chiamiamo libertà.

  5. Rientro dalle ferie con il piccolo dubbio di averle trascorse quasi in serena letizia, ed ecco che il giovane m.d. mi sbatte subito in faccia un bel “fanculo la vita”, che come bentornato non manca di una sua originalità, ma certo non esalta il mio di per sè già fragile ottimismo. Un po’, comunque, ne sono stupito: trattasi di momentaneo smarrimento dinanzi all’insopportabile pesantezza dell’essere, o del fascino sinistro di una incombente roulette russa, tanto per tirarsi su il morale? Perchè, caro m.d., non credo proprio che con il tuo profondo e continuo indagare il mondo, a questi dubbi tu sia giunto solo ora. In fondo, sia pure in forma rozza e approssimativa, ci pensavo persino io all’epoca della dolorosa transizione post adolescenziale che manda in crisi i giovanetti di un po’ tutte le generazioni. Vero è che, nel tempo, di alibi per le sue imprese più nefande e atroci la buona “umanità” ne ha costruiti in quantitài industriale, e in quanto a mezzuccci per autoassolversi religioni e filosofie hanno provveduto con abbondanza di acrobazie teoriche a mettere al sicuro le “coscenze”. Tuttavia, caro m.d., esserci per dire NO a tutto questo (nei fatti, con le parole, scrivendo, dubitando, vivendo insomma) a me piace, senza alcun obbligo morale di sorta. Perché vivere “é” in sè ma al resto pensiamo noi,e chissenefrega se si perde. Meglio fallire mille volte che non tentare mai. Io i moscerini che mi tormentano troppo li elimino,, non ucciderei mai per sadismo, ma non so se messo alle strette non ucciderei comunque un essere umano, pure se anche la sola idea mi ripugna. Forse tutto questo sta dentro la logica del mors tua vita mea. Io la tradurrei con l’eterna paura di vivere che abbiamo tutti, con l’atroce certezza di sapere che finirà, e il rifiuto di accettarla. E la paura fa fare grandi cose, tutte ugualmente brutte a partire dal momento stesso in cui la si avverte.

  6. @Xavier: era appunto quel che dicevo nel commento in risposta a Valerio a proposito delle “sfere della determinazione”. La vita (così come l’essere e il nostro stesso essere al mondo) ha una necessità inaggirabile entro la quale, magari ad un livello infimo, possiamo giocare una nostra partita – compreso lo scegliere la parte della linea gotica da cui stare.
    Il fatto poi che “talvolta mi vien da pensare che” essa faccia schifo – un pensiero sottotraccia che però sempre si accompagna al suo gemello ossimoro “la vita è bella”, tanto per banalizzare – è solo una posizione soggettiva e psicologica, e se si vuole pure narcisista, che non scalfisce di un millimetro la tetragona consistenza delle cose. Un conato esistenziale al pari di tutti gli altri conati. Compreso lo strisciare delle lumache sui sentieri, che in questi giorni vado percorrendo facendo attenzione a non calpestare. Per evitarlo dovrei starmene in casa. Ma magari anche le lumache potrebbero astenersi dal gironzolare troppo…
    Comunque grazie per quell’improbabile “giovane” e buon rientro!

  7. @Xavier, ti capisco, il 30 di questo mese faccio 19 anni…in fase post post adolescenziale…
    @md, se hai tempo fatti un giro nella mia pagina di myspace…faccio anche musica nella vita e mi piacerebbe che sentissi qualcosa!! Il mio nome è Valerio Forconi..un abbraccio

  8. @Valerio: molto volentieri! (anch’io canto in un gruppo, pensa un po’). Auguri in anticipo (con un velato sigh, visto che praticamente ci separano tre decenni…)

  9. Meraviglioso, avrebbe esclamato Domenico Modugno, citato non a caso, perchè è a quell’epoca che più o meno vivevo i turbamenti di cui sopra. Meraviglioso é sentirsi nonno di tanto sensibile emiciclo, dove pare che tutti cantino, oltre a portarsi in giro le rispettive croci, intese come amletici dubbi, si capisce. Caro m.d., poichè da molto tempo non ho più contatti col “Buttafuori del sole” (e poi non venite a dirmi che non so anch’io di canzoni) e nemmeno credo di avere più il suo numero di fax, devo navigare a vista, cercando di ricordarmi sempre, ma proprio sempre, che sono sì uno stronzo di passaggio, e che tale soltanto probabilmente resterò, ma che se qualcuno cercasse di calpestarmi a tutti i costi…beh, almeno le scarpe vorrei sporcargliele. Meglio ancora se, scivolando, cadesse battendo il capo. Auguri di buon compleanno a Valerio. Io amo chi festeggia i compleanni, e mi fanno pena quelli che li ignorano. Però rassicuratevi: non ho intenzione di eliminarli!

  10. Salve.

    Be’ che dire…la vita è un susseguirsi di azioni biologiche che solo noi abbiamo suddiviso in reami e gerarchie. Gli organismi devono avere l’energia per funzionare, i corpi sono soltanto delle strutture di interfaccia con l’ambiente e di elaborazione chimica delle fonti di energia. Tutto si svolge a livello molecolare anche se noi (intendo tutti noi animali) possiamo vedere solo il livello macroscopico di questo processo. Veniamo tutti (tutta la vita di questo pianeta) da un organismo unicellulare, non dimentichiamolo.

    A presto.

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