Che cosa si nasconde dietro un semplice bacio…

Femme assise devant la fenetre

“Tutte le cose ci appaiono sotto forma di figure”

Andare a vedere una mostra, specie di pittura, è una cosa che mi entusiasma parecchio – anche se diventa sempre più difficile farlo, volendo evitare folle, grupponi, guide più o meno discrete e visitatori molesti. Del resto le mostre sono eventi democratici e di massa, altrimenti perché mai allestirle? E poi Pablo Picasso era un pittore che amava esporsi ed essere al centro della scena – oltre che essersi ritrovato, non certo suo malgrado, al centro di gran parte del secolo appena trascorso.
Ad ogni modo, muovendomi avanti e indietro per le sale, girando come una trottola e saltabeccando qua e là, con l’accortezza di evitare le onde d’urto delle masse assetate (ed assatanate) di Cultura, ho finalmente potuto ammirare con immenso piacere dei sensi e godimento intellettuale, le opere esposte alla mostra in corso a Milano – la seconda che ho avuto la fortuna di vedere del grande pittore spagnolo.
Riviste alcune cose, viste altre nuove, incuriosito da dettagli biografici, imparato cose che non sapevo, eccetera eccetera. Insomma, una godibilissima lezione di un paio d’ore di storia dell’arte, senza troppi -ismi e tecnicismi – infarcita piuttosto di improvvisi attacchi emotivi, specie di fronte ad alcuni quadri. Quel che segue è un resoconto frammentario e ultrasoggettivo, preso più o meno di sana pianta dal mio libriccino di appunti che sempre mi porto appresso…

-Non conoscevo Massacro in Corea (1951) – ed è la prima opera che vedo nella Sala delle cariatidi (tra l’altro magnifica) e l’impatto è stato fortissimo: dipinto resecato a mezzo con donne e bambini (alcuni non nati), figure-simbolo di ciò che è inerme sul lato sinistro, e un concentrato di guerrieri “evolutivi” sull’altro lato, con clave, spade ed armi moderne in sequenza;
-Dalla documentazione fotografica dell’esecuzione del Guernica, apprendo un’altra cosa che non sapevo: il fondo su cui Picasso ha lavorato era nero;
-Magnifico Tre figure sotto un albero (1907-8), anche perché una delle tre non si coglie subito e il tutto si innesta misteriosamente al paesaggio naturale;
-Ci sono due quadri – entrambi bellissimi – dedicati al Bacio, ma dei due mi colpisce di più quello che mi fa venire in mente la sua “macchinosità”: come dietro un gesto così semplice vi siano in realtà congegni (fisici e spirituali) complicatissimi…
-Non ricordavo che il 19 marzo 1937 a Monaco fosse stata inaugurata dai nazisti una Mostra dell’arte degenerata, che circolò nel Reich fino al 1939. Tra l’altro Picasso dipinse in quel periodo quadri di ispirazione vangoghiana, proprio in contrapposizione alle orribili sciocchezze dell’estetica nazista – e nel 1938 Guernica girò in Europa. Un capitolo tragico ed interessante che vede l’arte schierata ed utilizzata nell’agone della storia – altro che neutralità!
-I motivi che ricorrono (almeno nelle opere qui presenti, ma da quel che ricordo sono propri di tutta l’opera di Picasso) sono la musica (tante chitarre), l’essere sdraiati o in lettura o bagnanti alla spiaggia (con moltissime donne protagoniste, com’è ovvio), e poi la guerra e la violenza – quasi a costituire i due grandi ed opposti capitoli dell’umano;
-Non conoscevo quasi nulla del Picasso scultore, che è invece stata una grande scoperta. Non sapevo nemmeno che avesse usato materiali di scarto o inusuali: c’è, ad esempio, una bellissima Testa di donna fatta con due scolapasta!
-Non so che rapporto avesse Picasso con la musica classica, né se la apprezzasse (mi piace immaginare di sì). Ad ogni modo, per me ora lui sarà inestricabilmente legato a Dvorak e al suono evocativo del violoncello: subito dopo la mostra mi son portato quelle visioni, che ancora bruciavano sugli occhi, all’Auditorium, poche centinaia di metri più in là. Così prossime che si sono confuse con i suoni dell’orchestra Verdi di Milano, a formare una perfetta e definitiva sinestesia;
-Ho comunque deciso che il quadro che più mi è piaciuto (e che nei miei andirivieni ho visto ossessivamente non meno di una decina di volte) è Donna seduta davanti alla finestra (1937). Vorrei tanto sapere che cosa vede quella donna al di là del vetro, se sta aspettando qualcuno, ma soprattutto che cosa sta pensando…

Autore: md

Laureatosi in Filosofia all’Università Statale di Milano con la tesi "Il selvaggio, il tempo, la storia: antropologia e politica nell’opera di Jean-Jacques Rousseau" (relatore prof. Renato Pettoello; correlatore prof. Luciano Parinetto), svolge successivamente attività di divulgazione e alfabetizzazione filosofica, organizzando corsi, seminari, incontri pubblici. Nel 1999, insieme a Francesco Muraro, Nicoletta Poidimani e Luciano Parinetto, per le edizioni Punto Rosso pubblica il saggio "Corpi in divenire". Nel 2005 contribuisce alla nascita dell’Associazione Filosofica Noesis. Partecipa quindi a un progetto di “filosofia con i bambini” presso la scuola elementare Manzoni di Rescalda, esperimento tuttora in corso. E’ bibliotecario della Biblioteca comunale di Rescaldina.

9 pensieri riguardo “Che cosa si nasconde dietro un semplice bacio…”

  1. non ci crederai ma non ci sono ancora andata, vedo la mia cara zia la vigilia di natale per gli auguri e spero di essere ancora in tempo per mettermi d’accordo sul giorno in ui andare…grazie per questa tua spolveratina di zucchero a velo sulla pietanza!:-)

    (p.s., magari se vedo quel quadro che ti è piaciuto molto, donna seduta davanti alla finestra, riesco a dirti cosa pensa:-)

  2. Mario, potevi almeno avvisarmi della grande coda che avrei dovuto affrontare!
    ci torniamo domani, abbiamo comperato i biglietti e prenotato l’entrata per le ore 13.30.
    è stato comunque molto bello rivedere il Duomo e la Madonna del latte 🙂

  3. @carla: in effetti essendo ormai gli ultimi giorni… io quando c’ero andato – giovedì 13 dicembre, verso le 5 del pomeriggio – avevo fatto zero coda… però le sale erano comunque affollate
    buona visita!

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