L’Europa di Leonardo e di Pico della Mirandola.
L’Europa di Marx e di Spinoza, di Giordano Bruno e di Vanini.
L’Europa dell’Umanesimo, del Rinascimento, dell’Illuminismo, della grecità.
L’Europa gotica, l’Europa delle libere città.
L’Europa dell’89, del ’48, del ’17.
L’Europa dei popoli, non delle nazioni.
L’Europa di Botticelli e di Rubens.
L’Europa di Munch, di Chagall, di Klimt, di Picasso, di De Chirico.
L’Europa di Rousseau e di Rimbaud.
L’Europa di Dante, di Shakespeare, di Goethe.
L’Europa di Dostoevskij e di Tolstoj.
L’Europa di Joyce, di Thomas Mann, di Proust, di Musil, di Cervantes.
L’Europa di Mozart, di Machaud, di Vivaldi, di Bach.
L’Europa di Beethoven, di Bruckner, di Mahler, di Shostakovich.
L’Europa di Artemisia Gentileschi, di Mary Shelley, di Rosa Luxemburg – e delle donne che avanzano.
L’Europa del ’68, del maggio, delle lotte studentesche e operaie.
L’Europa antiautoritaria, ribelle, libertaria, comunista.
L’Europa accogliente, multilingue, multicolore, multietnica, moltitudinaria.
L’Europa dei Lumières e di Fellini, di Ejsenstejn e di Murnau.
L’Europa del pop inglese, della psichedelia e del punk.
L’Europa del Volga, della Senna, del Rodano, del Reno, del Danubio.
L’Europa del Mediterraneo, del Mare del Nord e del Baltico.
L’Europa dei ghiacci e dei vulcani.
L’Europa dell’Alhambra e quella delle icone. Delle eresie, di Francesco d’Assisi e di Dolcino.
L’Europa di Newton e Einstein e quella delle “streghe”, dei mendicanti, dei pellegrini.
L’Europa della Resistenza.
L’Europa dei migranti – che vanno, e che vengono accolti.
L’Europa muta, senza voce, senza nome, senza volto dei militi ignoti, dei contadini, degli sfruttati, delle donne, delle minoranze.
La mia Europa è la nostra Europa, non la loro.
L’Europa di tutte e di tutti.
…e l’Europa, anche, di chi non gliene è mai importato un cazzo dell’Europa e dei discorsi sull’Europa anche meno, nomi grandi e nomi piccoli, come la più parte dei nomi.