È stato un azzardo, lo so.
Far vedere un film come The Giver (dunque senza la mediazione consentita dalla lenta penetrazione della parola scritta).
A dei bambini di 10-11 anni.
Un film che tratta temi come: eugenetica, eutanasia, deprivazione emotiva, distopia, controllo ed ingegneria sociale, memoria ed oblio, tecnocrazia, apatia ed empatia, omologazione, dissimulazione, potenza del linguaggio…
È stato un azzardo, ma i bambini hanno accettato la sfida.
E l’hanno vinta, almeno credo. Discutendone apertamente, senza paura. Comprendendone l’essenziale. Mente ed emozioni acuminate.
Un po’, però, mi sento in colpa. E assalito da malinconia.
Perché la loro infanzia è davvero finita. Ragazzi, non più bambini. “Grazie per la vostra infanzia” – parafrasando il film.
Temo e spero per loro. Fortemente, nello stesso tempo.
Ed è – come nella bellissima storia e visione di Jonas – una estrema, disperante ma necessaria apologia dell’amore.
Dov’è l’altrove? – è stata la domanda, rimasta aperta, con cui ci siamo lasciati. Già, dov’è?
Dov’è l’altrove…già, una gran bella domanda…
la nostra fortuna è di poterlo sempre immaginare.
Uno spazio pensato intorno alle persone e alle relazioni.
Sicuramente azzardato, ma ti fa vanto il fatto di considerare quei piccoli cervelli come nati già pronti per il pensiero creativo e critico, da quello che leggo, finora hai avuto ragione. Grazie per il film, l’ho visto ed è carino, se non lo hai visto ti consiglio anche questo.
Grazie Paolo!
Sì sì, ho visto In time, sono molto appassionato del genere fantascientifico (o meglio distopico), e di Niccol ho adorato soprattutto Gattaca.