Approfittando della recente uscita di questo piccolo libro del Melangolo sugli slogan filosofici, consegno il blog per il periodo estivo alla voce dei filosofi, e nella fattispecie ad una particolare modalità dell’espressione filosofica che parrebbe piuttosto essere quantomai antifilosofica: “Il concetto di ‘slogan’ sembra avere poco in comune con la filosofia” – scrive il curatore, Donald Draper, nella premessa, essendo piuttosto affine alla propaganda o al linguaggio politico (fin nell’etimo, dall’impronunciabile gaelico scozzese sluagh-ghairm, ovvero grido di guerra). D’altro canto, ci ricorda sempre Draper, la “massima”, dall’epoca antica fino al temibile aforisma niciano, è sempre stata una modalità attraverso cui i filosofi hanno cercato di colpire i loro uditori (masse o meno che fossero), abbandonando così la più tradizionale forma argomentativa. L’avere tuttavia tralasciato di distinguere tra slogan, motto, massima, aforisma e simili (ma non identici) ha consentito il potpourri editoriale, insieme alla presunta efficacia commerciale del titolo.
Il risultato è che, ripercorrendo tali slogan, massime, perle di saggezza o come li si voglia chiamare, si ha una duplice sensazione: il rischio del luogo comune (talmente alcuni di essi sono penetrati nel dire e nel sentire comuni, avendo così colpito perfettamente il bersaglio); mentre in altri casi lo slogan pare quasi divenire autonomo, dotato di vita propria nei confronti del pensatore che pur l’aveva coniato.
Nella scelta dei 10 post programmati – tolto il presente numero 0 – ho però cercato di evitare i più celebri (tra cui, ovviamente, il conosci te stesso del titolo, lo stra-citato dio è morto, lo slogan per antonomasia proletari di tutti i paesi unitevi!, o l’insopportabilmente banale finché c’è vita c’è speranza di Cicerone), trascrivendo quelli meno consumati dal tempo, qualcuno che non conoscevo o che fosse in grado di aprire qualche porta in più all’immaginazione e alla riflessione.
Perbacco, se un Cicerone se n’è uscito con “finché c’è vita c’è speranza” allora mia nonna, con quella trascendentale lucidità che talvolta precede di qualche ora il momento estremo, non ha poi detto una gran sciocchezza affermando “non ci sono più le mezze stagioni“.
Eheh proprio così caro RobySan