«Il marxismo ha reso all’uomo il massimo onore. La visione di Mosè e di Gesù e di Marx, la visione di una terra giusta, di un amore per il prossimo, di un’universalità, l’abolizione delle barriere fra paesi, classi, razze, l’abolizione degli odi tribali: questa visione era – siamo rimasti d’accordo su questo, vero? – un’immensa impazienza. Ma era anche qualcosa di più. Era una sopravvalutazione dell’uomo. Una sopravvalutazione forse fatale, forse insensata, eppure magnifica, giubilante, dell’uomo. Il più grande complimento che gli sia mai stato fatto. La Chiesa ha ostentato un disprezzo tremendo per l’uomo. L’uomo è una creatura caduta dalla grazia, condannata a trascorrere la sua sentenza a vita lavorando col sudore della fronte. Polvere alla polvere. Per il marxismo invece le sue capacità non conoscono confini, i suoi orizzonti, i balzi del suo spirito sono illimitati, o quasi. L’uomo mira alle stelle. Non è infangato dal peccato originale ma è lui stesso l’origine. […] Sì, abbiamo sbagliato. Sbagliato mostruosamente, come dici tu. Ma il grande errore, quello di sopravvalutare l’uomo, l’errore che ci ha traviato, è in assoluto la mossa più nobile dello spirito umano nella nostra tremenda storia. Per me, per tanti prima di me, questo errore ha compensato le nostre mancanze. Ha trasformato la barbona ubriaca che sta qui davanti a noi in una cosa senza limiti. Ogni mendicante è un principe di possibilità».
(G. Steiner, Il correttore; immagine: Carlo Ludovico Bompiani, Il mendicante)
Forse, l’errore del marxismo – o sarebbe meglio dire, dei marxisti – è consistito nell’immaginare una società che valesse per sempre, come Utopia di Tommaso Moro, e con un determinato uomo valido per sempre. Sono convinto che Marx non abba voluto intendere ciò e che prefiguri la società socialista come un passo, sì decisivo, ma verso un nuovo livello vitale che, al suo interno, preveda una gradualtà tutta da conquistare. Marx, in sostanza, ha prefigurato un uomo finalmente libero in un mondo liberamente voluto da lui e con una nuova storia tutta da scrivere.