Capita spesso di leggere o di sentir citare un pensiero di Pascal. Del resto è proprio di questo abissale pensatore l’esprit de finesse, derivato in buona parte dalla consapevolezza di essere perennemente in bilico – in bilico tra natura e spirito, istinto e ragione, fede e scienza, passione e saggezza, radicale incertezza e geometrica necessità.
Questi stracitati Pensieri erano il materiale di una Apologia del cristianesimo che Pascal non poté pubblicare, data la precoce morte – a proposito di radicale incertezza. Ma non siamo certi nemmeno di questo.
Ne ho selezionati una quindicina o poco più, che spalmerò nel corso dell’estate – anzi, lo farò fare ai meccanismi automatici del blog; sono pensieri tratti specialmente dalle prime sezioni nelle quali sono stati ordinati, e per farlo ho utilizzato due o tre criteri ben poco scientifici e anzi piuttosto soggettivi: la brevità, un basso tasso di religiosità militante, un alto tasso di esistenzialità trasversale agli umani (e che dunque prescinda dai loro miti e fedi).
Per Pascal la condizione umana essenziale è quella del misero che sa di esserlo, della “canna pensante”, dalla quale dovrebbero discendere conseguenze etiche rilevanti. Dovrebbero…
martedì 19 luglio 2016 alle 10:39 pm
noi voghiamo in un vasto mare,sospinti da un estremo all’altro, sempre incerti e fluttuanti……..ogni nostro fondamento scricchiola, e la terra si apre fino agli abissi.
mercoledì 20 luglio 2016 alle 10:56 am
Se c’è un personaggio che considero odioso è Pascal con il suo bigottismo spinto. Di lui penso quello che pensava Nietzsche. Pascal credeva in Dio perchè così avrebbe potuto salvarsi. Nel senso che se un mistificatore mi parla di castighi e di apocalissi più spaventose possibili io dovrò credere a lui. Pascal merita il disprezzo di qualsiasi persona sensata.
mercoledì 20 luglio 2016 alle 1:23 pm
beh Paolina, non è certo riducibile a questo, così come Nietzsche a un protonazista