
Autore: md
Laureatosi in Filosofia all’Università Statale di Milano con la tesi "Il selvaggio, il tempo, la storia: antropologia e politica nell’opera di Jean-Jacques Rousseau" (relatore prof. Renato Pettoello; correlatore prof. Luciano Parinetto), svolge successivamente attività di divulgazione e alfabetizzazione filosofica, organizzando corsi, seminari, incontri pubblici. Nel 1999, insieme a Francesco Muraro, Nicoletta Poidimani e Luciano Parinetto, per le edizioni Punto Rosso pubblica il saggio "Corpi in divenire". Nel 2005 contribuisce alla nascita dell’Associazione Filosofica Noesis. Partecipa quindi a un progetto di “filosofia con i bambini” presso la scuola elementare Manzoni di Rescalda, esperimento tuttora in corso. E’ bibliotecario della Biblioteca comunale di Rescaldina. Leggi tutti gli articoli di md
Grazie per la tua esposizione chiara e sintetica.
Mi viene solo da osservare che alla fine lo scettico, scegliendo di non scegliere, paradossalmente , sceglie.
Un caro saluto
Sì, è l’argomento tipico che viene opposto ai negatori: per quanto neghi qualunque cosa, per lo meno il negare finisci per affermarlo, e dunque per contraddirti.
Così come affermare perentoriamente che non esiste alcuna verità è, essa, la medesima verità che si vorrebbe negare.
Eccetera.