La mano di Chandra

Fin troppo citata la testimonianza in cui Anassagora dice che l’uomo è il più sapiente dei viventi perché dotato di mani: «Le mani, in effetti, sono uno strumento e la natura, come un uomo sapiente, dà ogni cosa a chi può usarla». Soprassediamo qui sulla questione se l’uomo sia più sapiente perché dotato di mani o, viceversa come sostiene Aristotele, venga dotato di mani proprio in virtù della sua sapienza.
Non so quanto poi il tema sia stato trattato in modo sistematico, di certo esisteranno scritti antropologici o biologici, ma non mi risulta una “storia della mano” di intento universalistico (ho trovato solo una storia della stretta di mano). Strano, vista la moda recente di scrivere la storia di qualunque cosa (dal vento alla sabbia, dal sangue allo zucchero). Seguiamo però la lezione aristotelica circa l’universalità della poesia (a differenza della storia): questa poesia di Chandra Livia Candiani sulle mani ne è un raro esempio. Dove non possono le scienze – umane o naturali – è l’espressione poetica a dire l’essenziale.

Le mani rotolano la terra
la farina l’acqua il sale
impastano, bevono
e distinguono, raccolgono,
addormentano, addomesticano
il dolore, accarezzano, come un gesto
che prende il posto del pensiero, i suoi
manovali. Le mani sono ricche e vuote
conoscono molte altre mani
e caldo e freddo e le voci le attraversano
e loro sanno buono quando è buono
e cattivo quando è cattivo.
Le mani perpendicolari al filo
si stendono sull’abisso e dicono:
stai quieto stai quieto,
come con un mare in burrasca.
Vecchie molto vecchie
le mani.

[da La domanda della sete 2016-2020, Einaudi 2020. Sezione “Il corpo battello”]

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Autore: md

Laureatosi in Filosofia all’Università Statale di Milano con la tesi "Il selvaggio, il tempo, la storia: antropologia e politica nell’opera di Jean-Jacques Rousseau" (relatore prof. Renato Pettoello; correlatore prof. Luciano Parinetto), svolge successivamente attività di divulgazione e alfabetizzazione filosofica, organizzando corsi, seminari, incontri pubblici. Nel 1999, insieme a Francesco Muraro, Nicoletta Poidimani e Luciano Parinetto, per le edizioni Punto Rosso pubblica il saggio "Corpi in divenire". Nel 2005 contribuisce alla nascita dell’Associazione Filosofica Noesis. Partecipa quindi a un progetto di “filosofia con i bambini” presso la scuola elementare Manzoni di Rescalda, esperimento tuttora in corso. E’ bibliotecario della Biblioteca comunale di Rescaldina.

1 commento su “La mano di Chandra”

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