
Mese: ottobre 2021
Letture filosofiche: Hegel
Bolla filosofica
Loop, meme, slogan, ritornelli: si può riassumere così l’essenza comunicativa di questi ormai 20 mesi di pandemia.
Ne ho avuto una rappresentazione plastica poco fa in TV in un collegamento tra uno studio televisivo e una piazza contro il green pass: gli intervistati snocciolavano frasi sentite mille volte, spesso superficiali e prive di argomentazione, mentre dall’altra parte, gli opinionisti, giornalisti (e tuttologi) in studio rispondevano allo stesso identico modo: per slogan e ritornelli copiati pari pari dai comunicatori ufficiali della comunità scientifica (e, di riflesso, politica). Tutti in loop, su binari paralleli.
Certo, i paternalisti laureati (in verità piuttosto irritati) dall’alto del loro scranno ricordavano ai poveri ignoranti del popolo a ogni piè sospinto che sono i dati a dirci X e Y (ma anche questo è un meme o uno slogan, se vogliamo), omettendo però di dire che gli stessi dati non sono una fede, e che potrebbero a loro volta smentirci domani o dopodomani. Ma, si sa, negli scontri all’ultimo sangue la cautela e le argomentazioni fanno difetto.
Il vero è il divenire di se stesso – diceva Hegel.
Forse anche questo è un meme – e magari anche tutto quello che ho detto fin qui.
Solo per ricordare (innanzitutto a me stesso) che è sempre il caso di andare alle spalle di quel che diciamo, pensiamo, ripetiamo, sosteniamo (spesso in loop), e di guardarlo un po’ più di sbieco: come si costruisce ciò che riempie le nostre menti e bocche? E come si decostruisce?
Dopotutto siamo dentro la più grande bolla filosofica di sempre.
Bellissimi e hitleriani
Fascista/antifascista. Semplice. Uno di qua, l’altro di là, linea gotica a separare.
La Costituzione è antifascista. Semplice e chiaro. Ed è fondata sul lavoro – ovvero sull’attività materiale e spirituale che realizza ciò che è essenziale per gli umani. Anche questo è semplice. La Costituzione repubblicana si fonda quindi sul diritto universale al lavoro e alla realizzazione di sé, sia individuale che collettiva.
Qui le cose, però, cominciano a complicarsi. Perché ci sono di mezzo le relazioni sociali, le diseguaglianze, le ingiustizie, la “costituzione reale”, il mondo al di là della carta e dei principi.
Il lavoro – quello costituzionalmente garantito – non lo è più, perché si monetizza, si mercifica, si flessibilizza e precarizza, diventa quasi evanescente. Lavoro precario = vita precaria. Dovrebbe essere semplice, invece è complesso, e la Costituzione non copre più questa realtà del lavoro.
Ecco dunque che una parte crescente del mondo del lavoro – umiliato, precarizzato, compresso per decenni (almeno dalla sconfitta della Fiat nel 1980), impoverito anche quando il lavoro ce l’ha – non ci sta più.
Durante il momento più duro della pandemia molti di questi lavoratori hanno continuato a lavorare per sostenere il paese, con un più alto rischio di contagio rispetto a chi se ne stava a casa.
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Io e gli altri – 10
PARTE TERZA – FONDAMENTI DI UNA FILOSOFIA CON I BAMBINI
I due termini su cui qui occorrerà ragionare preliminarmente sono infanzia e filosofia. Quel che finora abbiamo fatto è stato connetterli (nella prassi, più di quanto non sia stato fatto teoreticamente), senza però dare una giustificazione di questo nesso. O per lo meno, si è sempre trattato di una giustapposizione che potrebbe apparire superficiale e forzata: proviamo a soffiar parole filosofiche sulle menti di un gruppo di bambini, e vediamo quel che succede. Un esperimento da laboratorio socioantropologico, con non ben definite finalità didattiche.
Credo sia quindi venuto il momento di operare una riflessione teoretica, che se non è intenzionata ad abbandonare del tutto il campo della prassi, cercherà tuttavia di mettere in luce i presupposti fondamentali di un discorso filosofico che si rivolge ai bambini.
Letture filosofiche: Diogene
Nel 1995 Stampa Alternativa pubblicò Il vangelo dei cani, una raccolta di aforismi dei primi Cinici curata da Luciano Parinetto, con alcune chine di Salvatore Carbone.
Ne ho scelti alcuni della sezione dedicata a Diogene.
Progetti
«Oggi, in sogno, ho avuto tre domicili, e ovunque sono stato felice. Perché costringere il mio corpo a mutar luogo, quando la mia anima viaggia così velocemente? E a che serve realizzare i progetti, se nel progetto c’è già abbastanza godimento?»
(C. Baudelaire, Lo Spleen di Parigi)