rami ed erbe immobili
sotto il peso della neve
piegati dal candore
un vociare di cornacchie
il lume fioco della luna
– spegnili e cadrà la neve
tra i rami candidi
un frullo d’ali
la neve imperla il mondo
nivee tessiture
fitte trame nel bosco
enigmi accecanti
dal bagliore dei campi
i tetti nivei delle case
come nuovi
sgocciolii e sbuffi
scricchiolar di rami
naso intrepido all’insù
nel bosco che si scrolla
di dosso la neve
cedri del libano
pazienti sotto la neve
arcate candide e solenni
sopra i passi del viandante
tutto in abbandono
in silente attesa
che una bianca coltre
lo ricopra
vegetali austeri
groviglio intirizzito
confuso nel cielo violaceo
sgravato di neve
sprofondano i passi
nel sentiero niveo
il manto bianco si allarga
facile perdersi
una ciotola ghiacciata
la cenere di un bivacco
uniche tracce umane
ora sepolte dalla neve
da bianca terra
alti fusti sorgono
sui rami più alti
fa capolino la luna
abbandonare il tepore
della casa
per l’ultima bocca
di fuoco ghiacciato
prima della tormenta
gli orti riposano
sotto la neve
come la mano
che li ha forgiati
bagliori di prati innevati
luce per cui vale
la pena di vivere
I tuoi haiku di neve sono semplicemente deliziosi. Hanno il tratto lieve di un quadro di Monet.
Buon sabato di Avvento
Grazie cara Enza. Auguri di buone feste!