
Ascoltavo o leggevo distrattamente in questi giorni le discussioni a proposito di pos, denaro contante e dintorni, con tutte le stranezze e i rovesciamenti del caso: sinistri che invocano la libertà elettronica di pagare, destri che criticano le banche, e poi le solite immagini evocanti rotoli di banconote che circolano negli ambienti mafiosi o dell’economia nera, sommersa, informale, ecc.
Certo, non si tratta di quisquilie, visto che l’uso del denaro attiene alla vita quotidiana e alla socialità. Ma al di là delle questioni specifiche, non può non tornarmi in mente ogni volta quel che a proposito del denaro dice Marx, fin dai giovanili Manoscritti economico-filosofici. Per noi maneggiarlo (in verità sempre meno) è normale e scontato, ma non sarebbe male, ogni tanto, chiedersi che cos’è – perché tutto è il denaro tranne qualcosa di immediatamente chiaro, un po’ come la merce. Sono oggetti strani, sfuggenti, imbrogliati e quasi metafisici, per riprendere il linguaggio marxiano.
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