La forza di Leningrado

L’Orchestra sinfonica di Milano ha eseguito ieri la Settima sinfonia di Shostakovich, nota come Leningrado, una delle sinfonie più amate ed entusiasmanti del musicista russo (ma mi verrebbe da dire “sovietico”).
Per quanto la parola “entusiasmo” sia del tutto fuori luogo, poiché si tratta di una sinfonia diventata il simbolo della resistenza umana e culturale sotto l’assedio delle armate naziste cominciata con l’invasione del 1941.
Le vicende che riguardano l’opera hanno un carattere inevitabilmente epico, sia per quanto riguarda la sua genesi, sia per le vicissitudini: la disperata ricerca per raggiungere l’organico necessario di 100 elementi, la prima prova durata solo un quarto d’ora per eccessiva debolezza dei musicisti, il viaggio rocambolesco della partitura fino a New York, dove venne eseguita dall’antifascista Toscanini e glorificata dagli alleati americani (salvo rimuoverla nel dopoguerra a causa della guerra fredda), l’applauso di un’ora dei cittadini di Leningrado, dove la sinfonia venne eseguita solo il 9 agosto 1942, con tanto di altoparlanti diffusi in città, i soldati tedeschi frastornati…
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