7 parole per 7 meditazioni – 2. Verità

«Bello, senza riserve, è l’amore della verità. Esso porta lontano, ed è difficile giungere al termine del cammino. Più difficile però è la via del ritorno, quando si vuol dire la verità. Voler mostrare la verità nuda è meno bello, poiché turba come una passione. Quasi tutti i cercatori di verità hanno sofferto di questa malattia, da tempo immemorabile».

Per quanto il concetto di verità sia un concetto-chiave del discorso filosofico (per certi aspetti lo fonda), è forse proprio per questo che risulta problematico da definire: un po’ come succede per parole come “essere”, “realtà”, “conoscenza”, “totalità”, “bene”, troppo estesi per essere chiaramente intesi, eccessivi ed eccedenti le nostre capacità discorsive. Quale paradosso! La mente evoca un concetto nel quale finisce per smarrirsi…
Siamo qui in presenza di fondamenti, di assiomi, di elementi costitutivi senza i quali il discorso filosofico non sarebbe nemmeno possibile, un po’ come quando la ragione ragiona su se stessa. Sono categorie nelle quali siamo immersi, così come siamo immersi nel linguaggio, che è il presupposto di ogni nostro discorso: per poter dire che qualcosa è vero dovrei già possedere un criterio di verità, ma da dove lo posso ricavare? Un tempo ci pensavano la fede, gli dei, i miti, le credenze – ma l’epoca del lògos e della sapienza greca ha rivoluzionato ogni cosa…

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Quarta passeggiata filosofica

La filosofia, nata in città, volge lo sguardo alla natura – la physis nella lingua greca – fin dagli esordi. Uno sguardo razionale, che cerca un principio da cui ogni cosa sporge e sorge – l’arché. Per poi, infine, ritornarvi. Il medesimo principio da cui noi stessi siamo generati – in un unico flusso metamorfico.
La primavera, il risveglio della natura, lo sbocciare della vita, evocano con forza quell’idea, quel principio, quella sensazione di comunanza.
In quella natura-riserva un po’ asfittica che è la natura in città, proveremo a camminare, a pensare, ad immaginare e a meravigliarci di fronte a quel principio sorgivo che tutto regge. Physis, arché, natura naturans – natura che sempre si genera, da sé, muta e si espande. E a sé ritorna. Iuxta propria principia.
E che – proprio in questa stagione – esplode in una miriade di forme, di spore, di gemme, di fiori, di colori, di foglie e di frutti, un carnevale e una festa della moltitudine vegetale (una “verditudine”) resa possibile dall’ “invenzione” evolutiva delle angiosperme.
Alla ricerca di un linguaggio insieme razionale e poetico, logico ed emotivo.
Filosofeggiare camminando, per il puro piacere di farlo.
Al battere del passo senza meta, fine a se stesso.

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Piccola apologia dell’opacità

[L’ideologia panottica del cerchio – L’ideologia “democratica” della rete – Trasparenza orizzontale,  opacità verticale – Privacy, profilazione e neovalorizzazione – Alétheia, ovvero dell’ossimoro fondante il concetto di verità – Rousseau essoterico: giù ogni maschera! – La metafisica digitale di Gorgia – Trasparenza seduttiva e securitaria – Trasparenza satura – Trasparenza emotivo-immaginifica – L’acritica (in)coscienza social – L’eterno riposo digitale]

274998941. Un sistema di disseminazione di microvideocamere pressoché invisibile, virtualmente esteso a tutto il pianeta, che lo renda visibile e trasparente a chiunque in ogni momento; un microchip sottocutaneo per ogni nuovo bambino nato che lo renda tracciabile e dunque al sicuro da malintenzionati, pedofili, orchi e quant’altro; un automonitoraggio continuo del corpo attraverso una sostanza ingerita che produce la visualizzazione di tutti i dati biometrici sulla pelle del braccio; l’assoluta trasparenza dei politici, attraverso la visualizzazione pubblica di ogni minuto della loro vita; l’assoluta trasparenza di ciascun individuo; l’assoluta trasparenza e condivisione obbligatoria di ciascuna opinione, desiderio, decisione politica…

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