“Innumerevoli forme e meravigliose”

palaeozoic-arthropods-christian-jegou-publiphoto-diffusion-science-photo-library

La vita ha qualcosa di inafferrabile. Fa parte di quella categoria di concetti che, per l’eccessiva generalità o profondità, sfuggono alla possibilità di essere definiti – un po’ come succede coi concetti di essere o totalità o natura: tutti sappiamo che cosa si intende con quei termini, ma volendoli definire ci si avvolge in difficoltà… tipicamente filosofiche. «Benché sperimentiamo la vita quotidianamente – scrive il chimico e divulgatore scientifico Jim Baggott – e siamo in grado di riconoscerla facilmente quando la vediamo, in effetti non sappiamo davvero che cosa essa sia».
Nel caso del fenomeno della vita, è stata la scienza a prendere il sopravvento in epoca moderna (già era successo con il mondo fisico, lasciando alla filosofia le briciole dei concetti poco interessanti per la vita pratica degli umani). Per la biologia moderna la vita diventa un problema da risolvere, mentre per la filosofia rimane un enigma che non può essere sciolto. Noi qui ci occuperemo innanzitutto del problema, lasciando ai margini l’enigma (e il fascino del mistero), anche se vedremo come nel linguaggio scientifico finiscano poi per ricorrere termini e categorie di ordine filosofico.

Continua a leggere ““Innumerevoli forme e meravigliose””

Zoon politikon – 4. Sfuggente libertà

Libertas
1 libertà, condizione civile di uomo libero
2 affrancamento, emancipazione dalla schiavitù
3 autonomia, libertà politica
4 assenza di obblighi o costrizioni
5 permesso, licenza
6 franchezza, schiettezza, sincerità, libertà di parola
7 licenziosità, dissolutezza, libertà di costumi
8 indipendenza di carattere, amore per la libertà, spirito di libertà
9 immunità, esenzione da imposte
10 Libertas, la Libertà personificata e venerata a Roma come dèa

Vi sono già nella radice latina del termine le connotazioni variamente articolate, talvolta contraddittorie, con cui noi intendiamo questo concetto. Sono senz’altro presenti le due caratteristiche essenziali: la libertà (negativa) DA costrizioni e la libertà (positiva) DI agire (quello che viene comunemente denominato libero arbitrio). Ma vi è anche l’allusione al piacere (libido, che secondo alcuni condivide con libertas la medesima radice linguistica). Così come il riferimento alla sfera economica o giuridica (immunità, esenzione).
In sostanza possiamo dire che da questo ceppo comune derivano teorie molto diverse, talvolta incompatibili: le figure sociali di libertario, liberista, libertino, libero pensatore, liberale… – sono già tutte lì dentro.

Continua a leggere “Zoon politikon – 4. Sfuggente libertà”

Quarto fuoco: dadi e dande

«La natura può essere davvero “crudele” e “indifferente”, in quanto non esiste a nostro beneficio, non sapeva che saremmo venuti e non le importa assolutamente nulla di noi» (Gould)

«Già ora abitiamo su un magnifico sasso vagante alla periferia della Via Lattea, schiacciati fra il gelido vuoto dello spazio esterno sopra di noi e colossali mantelli di magma incandescente sotto di noi, lì a metà, in bilico sopra zattere continentali in movimento e sotto una sottile striscia di atmosfera. In questa pellicola di gas instabili il 99% delle specie esistite nella storia naturale si sono già estinte e fanno parte dei cataloghi museali di un passato che non tornerà mai più» (Pievani)

Frasi come queste – la prima di un illustre biologo e paleontologo statunitense, la seconda di un filosofo della scienza italiano – parrebbero togliere ogni dubbio sulla nostra radicale contingenza, sul fatto cioè che siamo al mondo per caso (anche se non a caso), per una serie cioè di fortunate circostanze, e che nessuno o niente ci aveva previsto, programmato, pianificato. Le teorie finalistiche della creazione o del disegno intelligente non reggerebbero insomma alla prova dei fatti della storia della vita, e più che sorretti dalle dande della necessità noi saremmo stati gettati nell’esistenza attraverso un tiro di dadi.

Continua a leggere “Quarto fuoco: dadi e dande”

Primo fuoco: Marx, ovvero lo spettro di uno spettro

TYP-465971-4815891-marx_g

Parlare di Karl Marx è forse una delle cose più complicate in ambito filosofico, proprio perché la sua opera non può essere ridotta a quella di un comune filosofo. Non è come parlare di Aristotele o di Cartesio, che, per quanto appassionanti possano essere, difficilmente surriscaldano gli animi e accendono la discussione, fino a produrre schiere di partigiani o avversari, affetti talvolta da incontenibile fanatismo. Il barbone di Marx fa ancora tremare i polsi a un bel po’ di persone…
Lui stesso ci avverte di questa problematicità, in un celebre passo di un breve scritto su Feuerbach (filosofo di cui parleremo a dicembre, a proposito della religione):

“I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, ma si tratta di trasformarlo.”

– rovesciando così quasi un dogma del suo maestro filosofo più importante, ovvero Hegel, che aveva invece della filosofia una visione molto più “contemplativa” (nonostante il concetto di “spirito” non fosse poi così distante dalla futura categoria marxiana di lavoro o attività):

“La filosofia giunge sempre troppo tardi… la nottola di Minerva inizia il suo volo soltanto sul far del crepuscolo.”

Continua a leggere “Primo fuoco: Marx, ovvero lo spettro di uno spettro”

Quinta parola: libertà

spiaggia_picasso

[Sommario: Libertà e filosofia – L’uomo-misura di Protagora – Socrate eroe classico della libertà – Diogene hippy e cosmopolita – Il giardino di Epicuro – La catena degli stoici – Il libero arbitrio di Agostino – L’uomo proteiforme di Pico della Mirandola – Necessità e libertà in Spinoza – Stato e individuo: il liberalismo – Libertà, natura e spirito – L’oltreuomo nietzscheano – Sartre e l’esistenzialismo: libertà come possibilità – Libertà moltitudinaria – Responsabilità, alterità e libertà]

Il concetto di libertà è piuttosto sfuggente e, soprattutto, cangiante: epoche e culture diverse intendono questo termine in maniere inevitabilmente diverse. Ma senza voler entrare nella molteplicità dei significati e delle sfumature, evocare la libertà nel campo filosofico significa evocare nello stesso tempo una delle condizioni essenziali del pensiero: di libertà i filosofi hanno bisogno come l’aria, senza libertà di pensiero non ci può essere filosofia.
Ma di che cosa realmente parliamo quando parliamo di libertà? Da che cosa (o di che cosa) siamo (o dobbiamo) essere liberi? E poi: possiamo davvero esserlo, o si tratta di una pura illusione?
Ci faremo queste domande scorrendo velocemente il pensiero di alcuni filosofi o correnti filosofiche, dalla grecità all’epoca contemporanea.

Continua a leggere “Quinta parola: libertà”

Leibniz straniato

LeibnizKopf1_2__7544df7bd6

Nell’arrovellarsi su libertà e determinismo, inclinazioni e motivi, ragioni e cause, a proposito delle scelte e delle decisioni che gli individui (le monadi) sono chiamati a prendere ogni giorno, data la loro costitutiva libertà spirituale, pressata però da svariate necessità ontologiche e teologiche, Leibniz se ne esce a sorpresa con lo stratagemma del mezzo di cui saremmo dotati di “distogliere lo spirito in un’altra direzione” – distogliendoci così dal rigore del ragionamento che, in ambito etico, non può essere lo stesso che in ambito fisico o logico o metafisico. Il gran cortigiano ci rende partecipi di tale sospensione morale nei Nuovi saggi sull’intelletto umano:

«È bene abituarsi a raccogliersi di tempo in tempo, e a elevarsi al di sopra del tumulto presente delle impressioni, a uscire, per così dire, dal posto in cui ci si trova, e a dirsi: dic cur hic, respice finem; in che situazione sono?»

Ora, cos’altro è quell’uscire dal posto in cui ci si trova, se non un metodico esercizio della facoltà di straniamento? E, dunque, uno degli ingredienti essenziali del pensiero filosofico?

Vivere all'(ultima) giornata

Seppure non si tratti di un tema originalissimo (specie in ambito letterario), è un vero peccato che Andrew Niccol abbia mancato l’obiettivo di realizzare una grande opera cinematografica sul tema del tempo – pur avendo, visti i precedenti, tutte le carte in regola per riuscirci. Poteva scegliere tra due modelli di sceneggiatura: quella raffinata e dalle atmosfere rarefatte di Gattaca (film che ritengo uno dei capolavori insuperati della Bioepoca) o in alternativa la via più facile del thriller adrenalinico, con il rischio però di scadere in una trama dall’intreccio banale e scontato. Ha purtroppo optato per la seconda strada e In time è così diventato un film dalle grandi promesse e premesse, in gran parte tradite. Anche se forse non sarà lo stesso per l’esito commerciale.
Ciò non toglie che se ne possa ricavare una qualche considerazione filosofica a margine, anche perché, al di là della realizzazione filmica e della mancata riuscita artistica, i temi sollevati sono comunque tutti di grande rilievo. In particolare quello, di ascendenza bergsoniana, della spazializzazione del tempo, assurta nel mondo immaginato da Niccol ad unico metro di misurazione della vita umana, unica moneta di scambio, unico valore. Tempo mercificato dunque, ma soprattutto vita umana integralmente quantificata attraverso un radicale rovesciamento di quel che si crede od immagina che sia l’essenza costitutiva dell’umano, e cioè l’indeterminata potenza di esistere – libertà ed insieme possibilità. Che era poi il nodo essenziale di Gattaca, e il discrimine tra i validi (gli umani programmati e predeterminati) e i non-validi (gli umani nati sotto l’antica legge del caso).
Continua a leggere “Vivere all'(ultima) giornata”

Filosofia della contingenza – 2

[Chi non vuole sorbirsi le solite menate gnoseologiche e i soliti astrusi giri di parole del linguaggio filosofico, può saltare a piè pari questa prima parte e andar subito ai “fatti”, a partire dalla lettera a)].

Sono sempre stato sospettoso nei confronti della “tirannia dei fatti”, di quell’apologia cioè della realtà e del senso comune utile a smontare la pretenziosità filosofica; d’altra parte non ritengo nemmeno possibili teorie che non siano corroborate da fatti (o ragionamenti) e che ne dimostrino pubblicamente la validità. (Insomma: un colpo al cerchio ed uno alla botte!). Saremmo altrimenti nel territorio della fede o della credenza – dove esistono fatti miracolosi, o teorie da accettare a scatola chiusa.
Pur tuttavia, nessuna delle due tradizionali forme di riduzionismo gnoseologico mi ha mai convinto: né l’idealismo né l’empirismo, sia perché il primo finge di prescindere dai fatti (introducendoli spesso e volentieri in modo surrettizio), sia perché il secondo è pur sempre una teoria, che per di più non ha dietro di sé uno o più fatti inequivocabili. La malsana ed inveterata abitudine filosofica mi ha sempre portato a sospettare che dietro qualcosa ci sia qualcos’altro, che dietro un fatto (come dietro una teoria) ci possa essere rispettivamente una teoria (o un fatto), o magari qualcos’altro ancora: immaginazione, interessi, inconscio, ideologie non dichiarate – di nuovo, fedi o credenze. A maggior ragione occorre guardare all’intero e alle sue infinite correlazioni: un fatto non è mai isolabile da un contesto più generale, né una teoria da una sua base storica e contingente.
Continua a leggere “Filosofia della contingenza – 2”

Filosofia della contingenza – 1

La lettura de La vita inaspettata del filosofo della scienza Telmo Pievani, mi ha sollecitato una serie di ulteriori riflessioni sul significato di alcune categorie filosofiche, scientifiche (e, se si vuole, ontologiche) che spesso sono state discusse su questo blog. Ma, ancor più, sul loro uso e sulla loro applicazione alla sfera dell’esistenza umana. A tal proposito il biologo e zoologo Carlo Alberto Redi si è molto risentito – anzi infuriato – per l’uso spregiudicato del concetto di natura umana: a sentir lui, filosofi, teologi e non-scienziati in genere, dovrebbero limitarsi a parlare di condizione umana, lasciando ai biologi di occuparsi di ciò che attiene al campo della “natura”.
Non è che sia molto d’accordo con questa tesi, anche se Redi ha dalla sua che spesso si parla di questi argomenti con estrema leggerezza, e senza magari avere sufficienti elementi di conoscenza. Gli risponderei kantianamente così: una categoria senza materia prima sarebbe vuota, ma i dati senza una teorizzazione sarebbero ciechi. Trovo dunque che il punto di vista di Pievani – lungo il crinale della ricerca scientifica e della discussione filosofica – sia quello più fruttuoso ed interessante, poiché tende ad unire (non a confondere) i campi di ricerca, anziché tenerli separati.
Svolgerò pertanto, nel corso di tre articoli, un ragionamento a chiosa del suo testo, così ripartito:
1. Chiarimenti preliminari sui concetti di necessità, caso, contingenza
2. Uno sguardo ai “fatti” e alla storia della vita e della specie
3. Conseguenze sulla “condizione (o natura) umana”

Continua a leggere “Filosofia della contingenza – 1”

Introduzione alla filosofia – 3. Cinici, stoici, epicurei: la filosofia come stile di vita

Potremmo sottotitolare questo incontro con l’espressione “la filosofia come stile di vita” (che è poi il titolo di un interessante libro scritto anni fa da Màdera e Tarca). Ci occuperemo cioè questa sera di quelle correnti filosofiche della tarda filosofia greca (siamo a cavallo tra il IV e il III secolo a.C.), che mettono al centro la questione etica e la libertà dell’individuo – in estrema sintesi è questa la domanda che ci porremo: come possiamo vivere saggi e felici in questo mondo? Domanda piuttosto impegnativa, visto che il mondo fa di tutto per distrarcene (o per darci delle risposte pronte, preconfezionate e spesso a loro volta infelici).

Continua a leggere “Introduzione alla filosofia – 3. Cinici, stoici, epicurei: la filosofia come stile di vita”