Domenica scorsa ho visitato la retrospettiva milanese dedicata a Max Ernst (è a Palazzo Reale fino a fine febbraio e consiglio di non perderla).
Tra le opere esposte c’è questa, importantissima, del 1937, dipinta da Ernst al termine della guerra di Spagna, con doloroso presentimento di quel che si stava scatenando in Europa:
«L’angelo del focolare è un titolo ironico per una specie di trampoliere che distrugge e annienta tutto quello che incontra. Questa era la mia impressione di ciò a cui il mondo stava andando incontro, e ho avuto ragione» – avrebbe poi dichiarato.
La NATO e la Russia si stanno mobilitando per una guerra di lungo corso (la Russia intende mobilitare un milione e mezzo di soldati, l’Europa intende aumentare la sua produzione di armi – ma non sappiamo ancora se, oltre alle armi, manderà i suoi giovani a morire per Kiev e per i “valori” sbandierati ogni giorno). La guerra ucraina potrebbe essere l’innesco, così come lo fu la guerra di Spagna: riusciremo, almeno questa volta, a smentire le visioni di Ernst e a ricacciare indietro i suoi mostri tutt’altro che surreali?
Ogni giorno che passa lo credo sempre meno.