Il termine Antropocene fu coniato negli anni ’80 dal biologo Stoermer, e ripreso dal chimico olandese Paul Crutzen nel 2000 per sottolineare il cambio di paradigma nella definizione delle ere geologiche: non siamo più nell’Olocene, ma nell’Antropocene, cioè nel periodo in cui è la specie umana a determinare le condizioni generali di vita nel pianeta. Questo smottamento è dovuto essenzialmente alla principale delle caratteristiche specie-specifiche di homo sapiens, la più variabile delle sue invarianze biologiche, ciò di cui parleremo principalmente stasera – Nostra Signora Tecnica.
Possiamo ritenere che la tecnica [dal greco téchne: arte, saper fare, da intendersi sia come imitazione che come manipolazione della natura: ciò che è artificiale ed artefatto, contrapposto a naturale] sia la facoltà di costruire protesi e dispositivi, la potenza di agire sull’ambiente esterno e su di sé (a fini adattativi e trasformativi) – ciò che è coessenziale alla stessa natura umana. Ovvero: l’essere umano non è concepibile senza le proprie capacità tecniche, non esiste un homo sapiens che non sia tecnico.
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