Pulsa la fobìa

goya-el_sueno_de_la_razonDa una prima ricostruzione psico-comportamentale, pare che il cittadino americano che a Orlando, nel locale gay Pulse, ha ucciso cinquanta persone e ne ha ferite altrettante, fosse mosso da furia a causa di un bacio omosessuale. Al di là dell’incomprensibilità del movente (come può un gesto d’amore scatenare la furia omicida?), è chiaro come nella mente di questo ventinovenne si siano affollati tutti i mostri della nostra epoca, che riguardano tutte le società, occidente compreso: omofobia, misoginia, patriarcato, suprematismo, fanatismo, razzismo, violenza e ideologia delle armi, militarismo, narcisismo (persino il selfie prima della strage). L’antidoto può essere uno solo: vincere i mostri – le fobìe – che il sonno della ragione, sempre, scatena. Un illuminismo realizzato, plurale e solidale.

È, dunque, la violenza!

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Ho letto di recente Il caso Eddy Belleguele, che pare abbia spopolato in Francia. Qualche tempo fa avevo letto, di John Williams, Nulla, solo la notte. Un accostamento improprio, data la lontananza geografica, culturale, tematica, stilistica. Eppure: sarà che ultimamente vedo e percepisco straniamenti ovunque, trovo che entrambi questi brevi romanzi – oltre al contenuto della violenza che li lega – siano caratterizzati proprio dalla loro forma straniante.
Nel caso dello scrittore americano, in maniera praticamente dichiarata ed oltranzista (come del resto era già avvenuto in Stoner): il sogno con cui il racconto di Williams si apre, è una lenta messa a fuoco del fenomeno straniante per eccellenza, un riconoscimento solo a posteriori che la figura al centro della scena non è un altro, ma io – eppure è come se fosse un altro, e “io” e “altro” si equivalgono proprio in questa fuoriuscita e deflagrazione del senso. Irrelatezza e separatezza – “guardandola, fu assalito di nuovo dalla coscienza dell’evidente ed essenziale separatezza di tutte le persone” – sono la cifra esistenziale dominante, in tutto quel che accade al giovane Maxley in una qualsiasi giornata californiana, dall’alba a notte inoltrata (i termini temporali della narrazione, che sono però i termini di una vita insensata ed irrelata).
Ma è il giovane scrittore francese Èdouard Louis Continua a leggere “È, dunque, la violenza!”

Il partito delle fobie

La mia amica filosofa Nicoletta Podimani, impegnata da anni sul fronte delle battaglie sociali, antimilitariste, antirazziste, libertarie, femministe, per i diritti LGBT – insomma, per tutto ciò che potrebbe rendere migliore e più vivibile questo derelitto paese – ha scritto di recente un contributo per un opuscolo distribuito durante la festa antileghista che si è tenuta a Brenta lo scorso 3 luglio. Ho pensato di pubblicarlo sul blog per almeno due motivi:  il primo è che rispecchia esattamente quel che penso sul tema del leghismo, delle ossessioni identitarie, delle fobie, del razzismo (del tutto in linea con quanto espresso da anni su questo blog); ma soprattutto perché mi è piaciuto il taglio con cui Nicoletta lo ha scritto, insieme biografico (che attinge al vissuto e all’esperienza diretta) ed antropologico, oltre che teorico-politico. Cito solo due aspetti dello scritto che trovo molto interessanti: la “scalata nella gerarchia etnico-sociale” e il presunto “riscatto” da parte dei “terroni”; la contiguità ideologico-culturale del leghismo con il nazifascismo e l’integralismo cattolico. Sono certo che potrà interessare anche i lettori della Botte…

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Ho trascorso l’infanzia e l’adolescenza in un paesello della Brianza. Erano gli anni Sessanta-Settanta, caratterizzati dall’immigrazione dal Sud. Mio padre, in realtà, era arrivato a Milano anni prima, durante la guerra, spedito dalla Sicilia a fare il servizio militare al Nord. Lì ha conosciuto mia madre.
Il mio cognome diceva chiaramente le origini paterne e per i parenti da parte materna nonché per coloro che, come unica lingua, conoscevano e parlavano il dialetto brianzolo, io ero “la figlia di un terrone” o, addirittura, “la mezzo sangue terrona”. La prova “scientifica” del mio “mezzo sangue” era, per tutti costoro, la mia profonda e viscerale ribellione contro ogni forma di disciplina. Perfino mia madre ne era convinta.
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Sputiamo sui farisei!

“Quindi si deve rendere infelice l’uomo” – questa è stata in ogni tempo la logica del prete.
(F. Nietzsche, L’Anticristo)

Ma se qualcuno scandalizzasse uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da asino
e venisse sommerso nel fondo del mare.

(Matteo 18,6)

Mi viene il voltastomaco, fisico prima ancora che mentale, ogni volta che leggo qualche dichiarazione di un alto prelato a proposito di pedofilia, omosessualità, eros, corpi, “perversioni” e sessualità in genere. Sono come delle tossine che mi entrano in circolo e che poi devo in qualche modo smaltire. Evidentemente non ho ancora raggiunto la beatitudine stoica e la libertà dalle passioni. E dunque m’incazzo, divento furente, e vorrei solo espellere e vomitare  il veleno prodotto in me da quei batteri tossici (se sapessi farlo sputerei anche fisicamente su tutti i sepolcri imbiancati in circolazione, ma non ho questa graziosa abitudine) – prima ancora che ragionare e discettare, non certo con quei figuri, visto che di solito si ergono su altissimi piedistalli (ben poco cristiani) che prima o poi crolleranno rovinosamente.

Da ex-cristiano scristianizzato (senza però la garanzia del 100%), un po’ mi dispiace per i cristiani-cristiani, quelli che ci credono davvero, che si impegnano nel volontariato, che accolgono gli immigrati, che coltivano l’amore del prossimo, eccetera eccetera. Però, se quanto prima non si liberano dell’ondata di ipocrisia che li sommerge (ormai un diluvio universale, in caduta libera dall’alto dei cieli vaticani), la loro bella triade fede-carità-speranza verrà inesorabilmente risucchiata, come in un buco nero, dall’imminente (ed auspicabile) crollo della disgustosa gerarchia ecclesiastica.

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OMOFOBI DI TUTTO IL MONDO…

gay_impiccati_iran…con l’imprimatur del Vaticano, delle sacre scritture e di Dio in persona:

“Allora il Signore fece piovere sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco, da parte del Signore, e distrusse quelle città e tutta la pianura, tutti gli abitanti della città e ogni germinazione del suolo. Or, la moglie di Lot si voltò indietro a guardare e diventò una colonna di sale. Abramo intanto si era alzato di buon mattino […] e vide che dalla terra si alzava un fumo simile al fumo di una fornace. Ma quando Iddio distrusse le città della pianura si ricordò di Abramo e fece scampare Lot dallo sterminio, mentre distruggeva le città in cui Lot aveva abitato” (Genesi, 19, 24-29).

In questo passo della “sacra” bibbia si parla di qualcosa di molto simile a un bombardamento atomico (zolfo e fuoco, distruzione di ogni “germinazione” e forma di vita, persone che diventano “colonne di sale”); ma anche l’accostamento ad Auschwitz mi pare pertinente (fumo di fornace e sterminio). Amen.