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Polvere di stelle
(la traccia del mio intervento introduttivo ad una conferenza di astrofisica sull’Universo in espansione, ultimo di un ciclo di 3 incontri sulle visioni dell’universo nella storia umana)
Avevamo visto come già nella visione di Dante (tolemaica e geocentrica) l’uomo non fosse in realtà al centro, quanto piuttosto in fondo all’universo, nella zona più bassa e più infima. Egli è però chiamato ad innalzarsi ai cieli della divinità, all’empireo – tramite la fede e la ragione.
In epoca moderna il cosmo aristotelico-tolemaico si frantuma per allargarsi all’infinito: Giordano Bruno annuncia gli infiniti mondi nei quali noi siamo sperduti e nei quali non può esserci alcun centro (altrimenti che infinito sarebbe?).
L’infinito, però, deraglia nella visione kantiana: la mente umana si aggroviglia nelle sue contraddizioni (le cosiddette antinomie), per fermarsi ad una sola apparente (soggettiva) certezza: spazio e tempo (lo spazio e il tempo della scienza newtoniana e della geometria euclidea) sono le condizioni imprescindibili della nostra conoscenza della natura. Ogni cosa si muove all’interno di un tempo uniforme che scorre e di uno spazio fisso che ci contiene.
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Pascal.15 – contrappesi
Il cristianesimo è strano. Ordina all’uomo di riconoscersi vile e abominevole, e gli ordina di voler essere simile a Dio. Senza un tale contrappeso, questa elevazione lo renderebbe orribilmente superbo, oppure quell’abbassamento lo renderebbe terribilmente abietto.
(537)
Pascal.14 – immaginare l’impossibile
Immaginare un corpo pieno di membra pensanti.
(473)
Pascal.13 – giochi di prestigio
Ricerca del vero bene – La maggioranza degli uomini pone il bene nella fortuna e nei beni esteriori o almeno nei divertimenti. I filosofi hanno dimostrato la vanità di tutto questo e l’hanno messo dove hanno potuto.
(462)
Pascal.12 – prima io!
Che aberrazione di giudizio quella per la quale non c’è nessuno che non si metta al di sopra di tutti gli altri e non preferisca il proprio bene individuale, la durata della propria felicità e della propria vita a quella di tutti gli altri!
(456)
Pascal.11 – su e giù
Se si vanta l’abbasso; se s’abbassa, lo vanto; lo contraddico sempre fino a che comprenda che è un mostro incomprensibile.
(420)
Pascal.10 – riconoscimento
Grandezza dell’uomo – Abbiamo un’opinione così grande dell’anima dell’uomo che non possiamo tollerare di essere disprezzati e di non essere stimati; e tutta la felicità degli uomini consiste in questa stima.
(400)
Pascal.9 – pensiero di niente
Talvolta, scrivendo un pensiero, questo mi sfugge; ma ciò mi fa ricordare la mia debolezza, che dimentico ogni momento; e questo mi istruisce quanto il pensiero dimenticato, perché io non tendo ad altro che a conoscere il mio niente.
(372)
Pascal.8 – angeli e bestie
L’uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vuol fare l’angelo fa la bestia.
(358)