Quinta parola: libertà

spiaggia_picasso

[Sommario: Libertà e filosofia – L’uomo-misura di Protagora – Socrate eroe classico della libertà – Diogene hippy e cosmopolita – Il giardino di Epicuro – La catena degli stoici – Il libero arbitrio di Agostino – L’uomo proteiforme di Pico della Mirandola – Necessità e libertà in Spinoza – Stato e individuo: il liberalismo – Libertà, natura e spirito – L’oltreuomo nietzscheano – Sartre e l’esistenzialismo: libertà come possibilità – Libertà moltitudinaria – Responsabilità, alterità e libertà]

Il concetto di libertà è piuttosto sfuggente e, soprattutto, cangiante: epoche e culture diverse intendono questo termine in maniere inevitabilmente diverse. Ma senza voler entrare nella molteplicità dei significati e delle sfumature, evocare la libertà nel campo filosofico significa evocare nello stesso tempo una delle condizioni essenziali del pensiero: di libertà i filosofi hanno bisogno come l’aria, senza libertà di pensiero non ci può essere filosofia.
Ma di che cosa realmente parliamo quando parliamo di libertà? Da che cosa (o di che cosa) siamo (o dobbiamo) essere liberi? E poi: possiamo davvero esserlo, o si tratta di una pura illusione?
Ci faremo queste domande scorrendo velocemente il pensiero di alcuni filosofi o correnti filosofiche, dalla grecità all’epoca contemporanea.

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Che cosa si nasconde dietro un semplice bacio…

Femme assise devant la fenetre

“Tutte le cose ci appaiono sotto forma di figure”

Andare a vedere una mostra, specie di pittura, è una cosa che mi entusiasma parecchio – anche se diventa sempre più difficile farlo, volendo evitare folle, grupponi, guide più o meno discrete e visitatori molesti. Del resto le mostre sono eventi democratici e di massa, altrimenti perché mai allestirle? E poi Pablo Picasso era un pittore che amava esporsi ed essere al centro della scena – oltre che essersi ritrovato, non certo suo malgrado, al centro di gran parte del secolo appena trascorso.
Ad ogni modo, muovendomi avanti e indietro per le sale, girando come una trottola e saltabeccando qua e là, con l’accortezza di evitare le onde d’urto delle masse assetate (ed assatanate) di Cultura, ho finalmente potuto ammirare con immenso piacere dei sensi e godimento intellettuale, le opere esposte alla mostra in corso a Milano – la seconda che ho avuto la fortuna di vedere del grande pittore spagnolo.
Riviste alcune cose, viste altre nuove, incuriosito da dettagli biografici, imparato cose che non sapevo, eccetera eccetera. Insomma, una godibilissima lezione di un paio d’ore di storia dell’arte, senza troppi -ismi e tecnicismi – infarcita piuttosto di improvvisi attacchi emotivi, specie di fronte ad alcuni quadri. Quel che segue è un resoconto frammentario e ultrasoggettivo, preso più o meno di sana pianta dal mio libriccino di appunti che sempre mi porto appresso…

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Ratio

Solo nei videogiochi
si possono distruggere gli armamenti

senza toccare gli esseri umani.
(T. Todorov)

Il Guernica di Picasso denuncia universalmente una ratio – il lume della ragione – spenta per sempre dalla guerra. Anche Goya ci aveva parlato dei mostri che il sonno della ragione genera, e aveva denunciato i disastri della guerra. Eppure se è vera la celebre definizione di Clausewitz che “la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi“, pare proprio che la ragione non possa essere espunta dagli scenari bellici, anche perché – prosegue Clausewitz – “la guerra è un atto di violenza il cui scopo è di forzare l’avversario a eseguire la nostra volontà“. A voler poi seguire la lezione hegeliana, lo Stato giunge nella guerra nientemeno che “alla più alta coscienza di se stesso”. Massima ratio, dunque!

Ma la domanda da farsi è se oggi davvero si può pensare che la politica – internazionale o nazionale che sia – abbia davvero una ratio definita e riconoscibile. Certo, le sue azioni e i suoi effetti risultano ancora decodificabili attraverso gli schemi della vecchia logica di potenza (che è poi quella forzosità volitiva di cui parla Clausewitz – a sua volta riducibile all’antica legge di Trasimaco, quella secondo cui forza e legalità si tengono): un dispiegamento di potenza, di violenza, di bios allo stato puro, ma con una sua logica, appunto.

Ora, io faccio fatica ad applicare la categoria di ratio al conflitto in corso in Libia. Continua a leggere “Ratio”