Ragion scientifica

Il 7 dicembre è stato riascoltato in Commissione Affari costituzionali Marco Cosentino, ricercatore in farmacologia e tossicologia presso l’Università dell’Insubria. Ovviamente il suo intervento e le tesi esposte sono opinabili (ma di sicuro lo è molto di più la propaganda cui assistiamo da 2 anni), però ci ricorda alcuni “fondamentali” su cui dovrebbe poggiare la ricerca scientifica, la sua discussione pubblica e le decisioni politico-sanitarie che ne dovrebbero conseguire.

La ragione scientifica discute, non procede per dogmi. Ed essa pare dirci attualmente due cose:

a) la vaccinazione in atto non inibisce il contagio, anzi rischia paradossalmente di favorirlo creando false sicurezze immunitarie – ergo, green pass e imposizione di obblighi per categorie sono ingiustificati da un punto di vista sanitario;

b) la vaccinazione va sempre valutata in base al rapporto rischi/benefici nei vari segmenti della popolazione: e in questo caso scarseggiano i dati necessari, che sono soprattutto quelli della farmacovigilanza attiva, la quale richiede non solo tempo ma, soprattutto, libertà dalle pressioni indotte dallo stato emergenziale, ciò che dovrebbe pertanto sconsigliare salti nel buio, specie per fasce di popolazione come quelle dei bambini.

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Bat Woman

La virologa cinese Shi Zhengli studia da oltre 15 anni i coronavirus. Nella grotta di Shitou (sud-ovest della Cina) lei e la sua squadra di cacciatori di patogeni hanno scoperto centinaia di coronavirus nei pipistrelli (specie-serbatoi dei virus), una vera e propria “biblioteca genetica naturale”: la maggior parte di quei virus è innocua, ma decine appartengono allo stesso gruppo della SARS. Se ne stimano comunque diverse migliaia, ancora da studiare.

Ora: «con l’aumento delle popolazioni umane che occupano sempre di più gli habitat degli animali selvatici, i cambiamenti senza precedenti nell’uso dei suoli, il trasporto in tutto il mondo di selvaggina e bestiame e dei relativi prodotti e il forte aumento dei viaggi nazionali e internazionali, lo scoppio di pandemie di nuove malattie è quasi una certezza matematica».

Shi Zhengli ci mette in guardia anche dalle malattie che colpiscono gli allevamenti di suini (come la SADS, che al 98% possiede la medesima sequenza genomica di un coronavirus): casi di zoonosi sono altamente probabili, tanto più che i sistemi immunitari umano e suino sono molto simili.

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