Dopo-follia

Nel corso degli anni ’50 negli Stati Uniti ci fu una corsa per sconfiggere la poliomielite che colpiva migliaia di bambini, specie d’estate: le scoperte di due diversi vaccini anti-polio da parte di Jonas Salk e Albert Bruce Sabin furono salutate dal giubilo popolare e da una grande mobilitazione collettiva. I bambini vennero sottoposti ad una sperimentazione di massa, che finì per metterli in sicurezza. Entrambi gli scienziati rinunciarono al brevetto: Salk rispose a un giornalista che gli chiedeva chi ne fossero i detentori, con la celebre frase «Le persone, direi. Non c’è un brevetto. Puoi forse brevettare il sole?»; e Sabin lanciò provocatoriamente il suo vaccino, che poi venne preferito a quello di Salk, nel blocco sovietico, in piena guerra fredda.
Che cosa è cambiato dopo 70 anni? Come mai non ci sono state manifestazioni di gioia, esultanza, sollievo, alla notizia delle scoperte dei vaccini anti-Covid, in un tempo peraltro molto breve, che non ha avuto precedenti nella storia della medicina?
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