Le candide camicie della razza

IL-SONNO-DELLA-RAGIONE1La differenza tra me e un tizio – che so – di Forza Nuova?
Che io non mi vergogno affatto di dichiararmi comunista, anzi lo rivendico. Il comunismo è una bellissima idea, una delle più belle che mente umana sia riuscita a concepire – e il fatto che sia stata irrealizzata, tradita, lordata, fraintesa non inficia per nulla la sua lucente bellezza.
Il tizio di Forza Nuova avrà qualche problema in cuor suo (nel suo cuore nero) a dire la stessa cosa del nazifascismo. Chi – sano di mente – può dire che il nazionalismo hitleriano o mussoliniano siano state buone e belle idee? E infatti svicolerà (almeno ufficialmente), dichiarandosi né di destra né di sinistra, e che lui anzi con quelle faccende non c’entra più nulla, e indosserà la camicia bianca, ad indicare la sua verginità e purezza. La purezza della razza. Della patria. Della nazione. Della famiglia. Cose nuove di zecca, naturalmente. Forze e idee nuove.
Però: l’idea del comunismo (bellissima) rimane chiusa in soffitta o in qualche forziere sotto terra, mentre invece le immense cazzate prodotte dal sonno della ragione sono sempre pronte ad infestare le menti e le società.

Autore: md

Laureatosi in Filosofia all’Università Statale di Milano con la tesi "Il selvaggio, il tempo, la storia: antropologia e politica nell’opera di Jean-Jacques Rousseau" (relatore prof. Renato Pettoello; correlatore prof. Luciano Parinetto), svolge successivamente attività di divulgazione e alfabetizzazione filosofica, organizzando corsi, seminari, incontri pubblici. Nel 1999, insieme a Francesco Muraro, Nicoletta Poidimani e Luciano Parinetto, per le edizioni Punto Rosso pubblica il saggio "Corpi in divenire". Nel 2005 contribuisce alla nascita dell’Associazione Filosofica Noesis. Partecipa quindi a un progetto di “filosofia con i bambini” presso la scuola elementare Manzoni di Rescalda, esperimento tuttora in corso. E’ bibliotecario della Biblioteca comunale di Rescaldina.

8 pensieri riguardo “Le candide camicie della razza”

  1. mi torna in mente una battuta di mio padre, sulla ragione ultima e prima del suo essere comunista : “sono comunista perché sono per il bene comune” – la radice è tutta lì, è una radice profonda, in fondo orfico-platonico-cristiana-poi laicizzata: l’idea che non ci si salva da soli, ma insieme

  2. Occorre guardare tuttta la storia anche il comunismo non è “puro”.
    Bata pensare alla Siberia, alle foibe ….. e altro.
    L’entusiamo delle proprie idee è bello ma occorre anche essere obiettivi.
    Questo non toglie che quel periodostorico sia stato negativo, ma non solo quello.

  3. @Daniela: so bene che cosa è successo in Urss, conosco la tragedia delle foibe (ne avevo accennato qui https://mariodomina.wordpress.com/2008/02/13/foibe-e-memoria-carsica/), ma anche quella cambogiana o i misfatti della rivoluzione culturale, ed altro ancora. Dice Hegel che la storia non può non grondare sangue, cosa di cui lui evidentemente si era fatto una ragione mentre io no.
    Ciò non toglie che – ribadisco – quella del comunismo è una buona, anzi eccellente idea (non vedo come altrimenti la specie umana potrà salvarsi se non ripensando profondamente la concezione di “bene comune”), mentre il nazionalismo o il razzismo sono state (e sono tutt’ora) pessime idee.

  4. Chi ha creduto nella bonta` di un’idea si vergogna di aver dato se stesso a qualcosa che ha prodotto degli orrori. Chi al contrario non crede all’idea ma solo ai propri comodi…non ha nulla da rimuovere,basta negare

  5. Comunismo? Tante belle idee da me sempre condivise, e tanti buoni propositi. A 50 anni poi si scopre che mai e poi mai si potrà essere tutti uguali. Ci sono uomini buoni che diventano malvagi e malvagi che si pentono e diventano missionari tra i lebbrosi. Ci sono (in verità pochi) ricchissimi pentiti e una quantità di poveri che sognano la ricchezza ad ogni costo. La natura è fatta di reciproci confronti e di equilibri da raggiungere e da mantenere nella giusta posizione. Sono quegli equilibri che consentono alla terra ed ai suoi abitanti di sopravvivere. Fino a quando e in che modo nessuno lo può sapere. Ciò non toglie che tutti quelli di buona volontà (come noi che leggiamo “La botte di Diogene” 🙂 ) debbano in ogni caso tendere al meglio.

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