«Perfino dopo la prima guerra mondiale era ancora possibile per certi scrittori contentarsi di respirare e di molare cristalli. Ma oggi, dopo la seconda, dopo le camere a gas e le bombe atomiche, per essere uomini in mezzo alla minaccia estrema e alla degradazione si richiede di più. Bisogna rivolgersi a quella brutalità che sempre c’è stata e servirsene per indurirsi le mani e lo spirito. Bisogna affrontare l’uomo così come è, duro e oppresso. Ma non gli si può permettere di attentare alla speranza. Questa speranza dovrà sgorgare soltanto dalla conoscenza più nera, altrimenti diventerà beffarda superstizione e accelererà la fine, che minaccia sempre più da vicino».
(Elias Canetti, Appunti, 1960)